headerphoto

Basic Life Support e Defibrillazione Precoce

la rianimazione cardiopolmonare per la popolazione

 

di Lucia Marcis

 

La conoscenza delle manovre di Rianimazione Cardio Polmonare (RCP) assume notevole importanza se si considera che la morte cardiaca improvvisa in Italia colpisce 1 persona su 1000 ogni anno. Questo evento può essere preceduto da sintomi come dolore opprimente al petto, a volte irradiato verso stomaco, gola, spalle e braccia (soprattutto il sinistro), difficoltà di respirazione, mal di stomaco e nausea, oppure presentarsi improvvisamente, senza preavviso.

Gli studi più recenti ci mostrano che la rianimazione cardiopolmonare praticata dagli astanti in attesa dei soccorsi sanitari può raddoppiare o triplicare le probabilità di sopravvivenza della vittima.

Infatti, i tessuti cerebrali, dopo pochi minuti vanno incontro a danni irreversibili quindi, se anche i soccorsi sanitari riuscissero a ripristinare il normale battito cardiaco dell’infortunato, questo difficilmente potrebbe riprendere una vita normale, ma presenterebbe deficit psico-motori importanti. Il ruolo del soccorritore laico, in questo caso, rappresenta i primi tre fondamentali anelli della catena della sopravvivenza:

  1. riconoscimento precoce dell’emergenza e chiamata al 118
  2. rianimazione cardio-polmonare precoce
  3. defibrillazione precoce.

Ma cos’è il DAE?
Il Defibrillatore è un apparecchio molto semplice costituito da un corpo contenente la batteria, una scheda di memoria (che registra l’elettrocardiogramma dell’infortunato e i rumori ambientali) e da due piastre da applicare sul torace e collegabili al DAE con uno spinotto.

Il DAE “parla”, ossia guida vocalmente le azioni dell’operatore riducendo praticamente a zero la possibilità di errore.

Prima di intervenire, è fondamentale controllare che l’ambiente non presenti pericoli per chi si appresta a soccorrere.

 

Fase A
Valutazione dello stato di coscienza e pervietà delle vie aeree

Avvicinarsi alla persona, chiamarla a voce alta e scuoterla delicatamente per le spalle. Se non si ottiene risposta, chiamare “AIUTO!” a voce alta.

Posizionare la persona sul pavimento, scoprire il torace e iperestendere la testa trazionandola all’indietro con una mano sulla fronte e due dita sotto la parte ossea del mento. Questa manovra impedisce che la lingua, rilassata come tutti i muscoli per lo stato di incoscienza, ricada ad ostruire le vie aeree.

 

Fase B e C
Valutazione del respiro, massaggio cardiaco e ventilazioni

Mantenendo la testa iperestesa, avvicinare il viso alla bocca dell’infortunato ed effettuare la manovra GAS:

  • Guardare i movimenti del torace
  • Ascoltare rumori respiratori
  • Sentire il flusso d’aria sulla guancia

Se la persona respira, mantenere il capo iperesteso o ruotare l’infortunato in posizione laterale di sicurezza per garantire la pervietà delle vie aeree. Allertare il 118.
Se la persona non respira, chiedere a qualcuno di chiamare il 118 segnalando la presenza di un’infortunato incosciente che non respira e farsi portare il DAE (se si è da soli, chiamare il 118 e se possibile procurarsi il DAE).
Nell’attesa del DAE, procedere con il massaggio cardiaco e le ventilazioni alternando 30 compressioni a 2 ventilazioni (rapporto 30:2 della RCP).

Massaggio cardiaco: comprimere lo sterno verso il basso con le mani sovrapposte al centro del torace tenendo ledita sollevate per non gravare sulle coste. Le spalle del soccorritore devono essere perpendicolari al terreno. Ogni compressione deve provocare un abbassamento del torace di circa 4-5 cm e deve avere un’uguale durata in fase di compressione e di rilasciamento per permettere al cuore di riempirsi nuovamente di sangue. La frequenza delle compressioni deve essere di circa 100 al minuto quindi le 30 previste devono essere eseguite in circa 18 secondi.

Ventilazioni: insufflare l’aria respirata nella bocca dell’infortunato mantenendone la testa iperestesia in 1 secondo. Dopo aver effettuato 2 ventilazioni, riprendere immediatamente il massaggio cardiaco e continuare le manovre fino all’arrivo del DAE. In caso di impossibilità ad effettuare le ventilazioni, proseguire con il solo massaggio cardiaco senza interruzioni.

 

Fase D
Defibrillazione

All’arrivo del DAE interrompere le manovre rianimatorie e accendere l’apparecchio. Dopo aver, se necessario, asciugato e/o depilato il torace dell’infortunato, collegare le piastre seguendo i disegni (una sotto la clavicola destra, l’altra sulla parete laterale sinistra del torace) e attendere l’analisi del ritmo.

In questa fase nessuno, nemmeno l’operatore, deve toccare l’infortunato per evitare di creare artefatti nella lettura del ritmo cardiaco.

Al termine dell’analisi il defibrillatore potrà decidere se erogare o meno la scarica.

Se il ritmo non è defibrillabile, l’apparecchio dira “shock non consigliato” ed entrerà in pausa per 2 minuti durante i quali l’operatore dovrà effettuare circa 5 cicli di RCP (30:2).

Se il ritmo è invece defibrillabile, l’apparecchio dirà “shock consigliato” e, una volta terminata la carica, “premere il pulsante rosso lampeggiante”. In questo modo l’operatore potrà erogare lo shock.

Durante la fase di scarica è particolarmente importante controllare che nessuno sia a contatto dell’infortunato. Dopo l’erogazione dello shock, il DAE entrerà in pausa per 2 minuti e l’operatore dovrà riprendere le manovre rianimatorie.
Trascorsi i 2 minuti, il DAE riprenderà l’analisi avvisando con un messaggio vocale l’operatore “analisi del ritmo cardiaco in corso, non toccare il paziente”.

Le manovre rianimatorie (RCP e defibrillazione quando indicata) devono essere iniziate il prima possibile e proseguire, senza interruzione, fino alla comparsa di segni vitali (respiro, tosse, movimenti…), fino all’arrivo dei sanitari o fino a esaurimento fisico dei soccorritori.